Come nasce una scarpa? Le principali 10 fasi attraverso le quali nasce una scarpa

Come nasce una scarpa? Le principali 10 fasi attraverso le quali nasce una scarpa

Ti sei mai chiesta come nasce una scarpa? Capita spesso che quando andiamo a comprare un paio di scarpe nuove, guardiamo a colpo d’occhio il modello, il tacco, la punta e se ci piace, un secondo dopo cerchiamo il prezzo, spesso attaccato sulla suola oppure chiediamo alla commessa o ci guardiamo intorno per scoprirlo. Diciamoci la verità: quante volte scegliamo di comprare il modello di scarpe che ci piace in base al prezzo? Spesso, direi spessissimo. Oggi vorrei raccontarti la storia di come nasce una scarpa per capire insieme cosa si nasconde dietro il famigerato prezzo.

Dietro ad ogni scarpa c’è una storia, un mondo

Una scarpa nasce da una miriade di componenti e assemblaggi. Sono circa 110 e richiedono competenza, precisione e esperienza. Sei stupita? Anche io sono rimasta sbalordita quando l’ho scoperto. Ma partiamo dall’inizio.

L’origine di ogni scarpa è sicuramente basato su un’idea. L’idea di quello che potrà piacere al mondo della moda e quindi a noi che la moda la indossiamo tutti i giorni. Ci vogliono viaggi, ispirazione, fantasia, ma anche tanto studio e preparazione. Quì ti parlerò delle 10 principali fasi di creazione di una scarpa.

Dalla scelta del tacco e della forma al modello finito

  1. Come prima cosa vengono decisi l’altezza e la forma del tacco nonchè la forma della scarpa. Devono essere messi a punto dal formificio in stretta collaborazione con lo stilista in modo da assecondare la moda del momento, ma al tempo stesso rendere la forma adatta al piede. In base al tacco viene scelta la forma che avrà la scarpa una volta finita. E ogni numerazione dello stesso modello richiede un’altezza del tacco differente. Chiaramente realizzare una forma non è cosa da poco. Infatti dovrà essere studiata basandosi sulle misure di un piede standard (circonferenza del collo del piede e larghezza).
  2. Viene posizionata della carta sul modello selezionato per disegnare in maniera vera e propria la scarpa.
  3. La carta viene staccata dal modello e messa in piano per rilevare il modello su del cartone.
  4. Il cartone viene posizionato sopra la pelle che viene tagliata per ricavarne tutti i componenti necessari per realizzare la scarpa.
  5. In aggiunteria viene cucita la pelle che darà forma alla tomaia e vengono assemblati insieme tutti i componenti.
  6. La tomaia viene posizionata e montata sulla forma delle scarpe. Prima la parte anteriore e poi quella posteriore.
  7. Viene fissata la suola attraverso una pressa che farà aderire perfettamente tomaia e suola. In alcuni modelli la suola verrà anche cucita a mano alla tomaia.
  8. La scarpa viene pulita e lucidata.
  9. Vengono eseguite tutte le eventuali correzioni.
  10. A questo punto il primo prototipo è pronto.
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Forma per scarpe di metallo degli anni ’60

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Forma per scarpe di legno

 

Ma non è finita quì. Infatti, c’è ancora un po’ di lavoro prima di arrivare alla produzione vera e propria.

Dal modello finito alla produzione

Una volta pronto, il prototipo viene fatto calzare da alcune modelle dal piede perfetto (beate loro). Infatti il prototipo calza sempre il numero 37. Sempre!

Viene fatta una prova su piede e vengono corretti eventuali altri difetti di calzata. Se tutto va bene inizia la produzione di un intero campionario, ovvero lo stesso modello in diversi colori e varianti.

A questo punto il calzaturificio affida il campionario ai suoi rappresentanti per andare a mostrarlo ai vari negozi. Se il campionario piace e si raggiunge il minimo di ordini, viene avviata la produzione vera e propria.

Occhio al prezzo, ma anche alla qualità

Adesso che anche tu sai come nasce una scarpa, forse farai come me: ogni volta che entro in un negozio e tocco con mano quello che sarà il mio futuro acquisto, non valuto solo il modello, la forma, l’altezza del tacco e il prezzo. Riesco a percepirne la storia, il viaggio, la passione e il lavoro che vi si nascondono al suo interno. Acquistare un buon paio di scarpe non è solo una questione di prezzo.

In base a cosa valuterai il prossimo paio di scarpe?

 

Anfibi: un must have nell’armadio di ogni donna

Anfibi: un must have nell’armadio di ogni donna

Quando penso agli anfibi mi vengono sempre in mente gli anni ’80. Ma poi ripenso anche agli anni ’90 e all’inizio del 2000. E oggi le vetrine dei negozi di scarpe ne sono ancora piene. Quindi nella mia intera vita li ho praticamente sempre visti? La risposta è sì, tranne per una breve parentesi temporale.

L’origine degli anfibi

In realtà l’origine degli anfibi è praticamente sconosciuta, almeno fino agli anni ’40. Infatti, nel 1945, un certo Klaus Märtens, fisico militare tedesco, infortunandosi ad una caviglia mentre sciava, ideò l’utilizzo di suole di gomma impregnate d’aria per garantire più comfort alle calzature. Nel 1947, insieme ad un collega, il dottor Funck, realizzò il primo prototipo di queste innovative calzature. Questo modello di anfibio ebbe subito un successo immenso e nacquero le famose Dr. Martens. Successivamente il marchio inglese Griggs ne acquistò il brevetto e proprio nel 1960 fu lanciato il classico modello a 8 buchi di color bordeaux, che noi tutti oggi conosciamo.

Ti sembrerà strano, ma le prime acquirenti furono le casalinghe tedesche. Solo poco più tardi gli anfibi Dr. Martens divennero il simbolo della ribellione, del proletariato e delle sottoculture urbane.

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Gli anfibi oggi

Oggi ci possiamo sbizzarrire nella scelta degli anfibi che più si confanno ai nostri gusti. Ce ne sono davvero per tutti i gusti e per tutte le tasche. Con la suola più o meno alta, con o senza fibbie e borchie, lucidi o satinati e chi più ne ha più ne metta. Tra l’altro sono davvero versatili e stanno bene con tutto. Io li indosso anche con gli abiti più eleganti perché riescono a donare quel tocco rock che un po’ mi appartiene.

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Liu Jo 149 Euro

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Liu Jo 199 Euro

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Primadonna 59,99 Euro

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Primadonna 79.99 Euro

Ti piacciono gli anfibi? E quali sono i tuoi preferiti?

Tronchetti o Ankle boots: chiamali come vuoi, ma averli nell’armadio è obbligatorio

Tronchetti o Ankle boots: chiamali come vuoi, ma averli nell’armadio è obbligatorio

Sono sicura che hai già iniziato a scandagliare le vetrine di tutti i negozi di scarpe della città. Anche se con la temperatura degli ultimi giorni sembra di essere in primavera inoltrata, siamo quasi a novembre e la corsa per l’acquisto delle scarpe per l’inverno è già cominciata. Come me avrai notato che anche per la stagione autunno/inverno 2018 gli ankle boot o tronchetti, che dir si voglia, sono tra i modelli che vanno per la maggiore. Se per il tuo prossimo acquisto ti focalizzerai sui tronchetti, sappi che non potrai sbagliare. Sì, perché il tacco più basso e più largo rispetto alle décolleté classiche, rende questo tipo di calzatura comodo e versatile. Inoltre si tratta pur sempre di scarpe chiuse e quindi adatte ad affrontare il freddo inverno, che peraltro non accenna ad arrivare, ma meglio così. Ho selezionato una serie di tronchetti ad un prezzo decente, per essere alla moda senza dover spendere un capitale e potersi permettere di osare un po’, rinunciando alla solita scarpa nera in favore di qualcosa di più estroso.

Le proposte low cost per acquistare i tronchetti

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Anna Field 29.99 Euro

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Bebo 49.99 Euro

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Dorothy Perkins 49.99 Euro

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Glamorous 54.99 Euro

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Madden Girl 69.99 Euro

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Mtng 59.99 Euro

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New Look 44.99 Euro

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Tamaris 41.99 Euro

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Tamaris 69.99 Euro

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Top Shop 49.99 Euro

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Wallis 69.99 Euro

I tronchetti che preferisco sono quelli dalle fantasie damascate o con gli inserti in perle sul tacco. Li trovo molto eleganti e femminili e senza dubbio esulano dalle solite tinte unite scure tipiche dell’inverno. Con un paio di scarpe fantasia puoi dare vita anche ai capi più anonimi che tutte noi abbiamo nell’armadio e rendere l’inverno più colorato.

Qual è il tuo tronchetto preferito?

Stivali di gomma per la pioggia

Stivali di gomma per la pioggia

La mia cara amica Laura ha una fissazione maniacale per gli stivali da pioggia, come li chiama lei. Io li ho sempre chiamati stivali di gomma, ma devo dire che questo nuovo appellativo mi piace di più, anche se la pioggia di per sé mi sta un po’ antipatica. Prima di conoscere Laura avevo sempre considerato gli stivali da pioggia come delle scarpe utili più che irresistibili, ma alla fine ho ceduto e, niente, ho preso una sbandata delle mie.

La grande ricerca degli stivali di gomma da pioggia

Sono andata in giro alla ricerca di questi stivali da pioggia, determinata, risoluta e infaticabile. Ho vagato tra negozi, grandi magazzini, scaffali e ripiani sfidando la scaramanzia delle mie amiche che fanno segretamente parte del Comitato NO Pioggia. Ho combattuto persino contro l’espressione contrita delle commesse che mi guardavano con una smorfia come a voler dire “porti sfiga, l’estate non è ancora finita e già pensi alla pioggia”. E non mi sono fatta intimorire manco dai 25 gradi segnalati dal termometro della mia auto.

Ma ne è valsa la pena, perchè guardate cosa ho trovato! Ce n’è per tutti i gusti. Dalle amanti dell’anfibio, alle sfegatate per gli ankle boots più fashion; dalle affezionate alle fantasie più alla moda, alle estimatrici dei disegni su scarpa. In questo caso quelli che meglio rappresentano la stagione delle piogge abbondanti.

Ve lo dico io ragazze, altro che Off-White c/o Jimmy Choo e il PVC più figo del mondo, quì dobbiamo sdarci e ri-cedere al fascino della gomma. Una sorta di ritorno alle origini e il classico modo per riparare i piedi dalla pioggia.


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In fondo non è fantastico pensare di poter sguazzare nelle pozzanghere senza avere la preoccupazione di sciupare le nostre bellissime scarpe?

 

Ballerine per tutti i gusti e per tutte le tasche

Ballerine per tutti i gusti e per tutte le tasche

Che siano ultrapiatte, morbide, rigide, con un accenno di tacco, con i lacci o col cinturino, le ballerine sono o sono state una tappa fondamentale nella vita di ogni donna.

Pur non amando più il genere, in una vita passata sono stata un’accanita collezionista di questo modello di scarpe. E le conservo ancora oggi, in ricordo di quella gioventù adolescenziale ormai andata, ahimè. Qualche amica mi ha addirittura definita una “hater” delle ballerine, ma giuro che non è così. Ho solo preso coscienza che non tutti i modelli di scarpe possono donare a tutte, così come un uomo non può andar bene ad ogni donna. Hehe. Sarebbe troppo facile, no?!

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Ma bando alla melodrammaticità, veniamo al dunque. La verità è che a me le ballerine piacciono, ma siccome non mi stanno bene, faccio come la volpe con l’uva. In effetti preferisco modelli di scarpe che riescono meglio a slanciare la figura. E le ballerine tutto possono, tranne slanciare.

Con cosa indossare le ballerine

Con cosa stanno bene le ballerine? Mah, praticamente con tutto! Anche se, a dire il vero, dipende da che look vogliamo adottare. Guardate ad esempio la differenza tra questi due look.

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Togliamoci dalla testa la classica scarpa bassa e un po’ fanciullesca a cui pensiamo quando le sentiamo nominare. Ne esistono infatti di tutti i tipi. Da quelle più semplici a quelle più aggressive. E anche da tutti i prezzi.

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Zara 29.95 Euro

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Pittarello 22 Euro

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Bata 29.99Euro

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Bata 29.95 Euro

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Jimmy Choo 575 Euro

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Jimmy Choo 525 Euro

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Twinset 179 Euro

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Twinset 198 Euro

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Rockstud di Valentino 680 Euro

 

Qual è lo stile che ti piace?

 

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