Tacchi per sedurre: Revolver Requeen Venexia

Tacchi per sedurre: Revolver Requeen Venexia

Che i tacchi siano legati all’immaginario erotico non c’è alcun dubbio, ma se cerchi dei tacchi creati appositamente per sedurre, non puoi non guardare a Revolver Requeen Venexia, il brand di scarpe extra lusso.

Si tratta di calzature interamente fatte a mano in Italia, vicino a Venexia, dal calzaturificio Baldan che da oltre settant’anni crea capolavori calzaturieri. Ed è proprio da questa vera e propria passione che prende vita il brand Revolver Requeen Venexia, i tacchi nati per sedurre.

E cosa c’è di più erotico di un paio di scarpe dotate di tacco altissimo e decorate con accessori che richiamano alla mente corde, pom pom e fruste? Ma andiamo per gradi.

La prima collezione di Revolver Requeen Venexia

I modelli della prima collezione del brand sono suddivisi in tre linee dai nomi emblematici: secret floor, bondage floor e bitingwhip floor. Ogni linea è contraddistinta da dettagli, evocati dai nomi stessi, inusuali per delle scarpe. Particolari che incantano e affascinano in maniera raffinata. La chiave, simbolo affascinante e antico che allude al mistero, alla segretezza e al pensiero occulto, ma anche all’apertura verso l’ignoto.

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La corda nell’accezione del bondage evoca giochi erotici in cui il legame non è solo materiale, ma rappresenta una simbiosi psicologica e mentale.

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La frusta che raffigura l’eterna contrapposizione tra dominazione e potere, anch’essi legati all’immaginario erotico più spinto.

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Una caratteristica di queste scarpe che salta subito all’occhio è data dalla numerazione. Infatti ogni modello è disponibile dalla taglia 34 alla 44 per dare la possibilità a tutti di indossarle, senza alcuna distinzione di sesso. Il brand vuol presentarsi in maniera voluta come precursore e anticipatore dei tempi in cui libertà ed emancipazione di ogni individuo non verranno più considerati alla stregua di una rivoluzione culturale, ma saranno finalmente riconosciuti e affermati. Proprio per questo Revolver Requeen Venezia si affaccia con audacia e disinvoltura al mondo LGBT (sigla utilizzata come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Ed infatti si tratta di scarpe seducenti, dal carattere forte e coraggioso che celano qualcosa di più di una semplice calzatura di lusso. Nessuna regola, ma solo libertà di esprimere sé stessi senza tabù. Calzare una di queste scarpe è una vera e propria esperienza di emancipazione e indipendenza.

Dove acquistare e quanto costano i tacchi per sedurre

Le puoi acquistare direttamente sul sito nella sezione shop oppure è possibile provarle nello showroom di Milano previo appuntamento. Queste favolose quanto seducenti scarpe si collocano in una fascia di prezzo piuttosto alta – dalle 1350 alle 3300 Euro per i modelli disponibili su ordinazione -, ma sarà l’ultima cosa che noterai. Visitando il sito internet del brand rimarrai affascinata dall’atmosfera di mistero e tentazione che trapela in ogni dettaglio. Indossando un paio di scarpe Revolver Requeen Venexia sarà come fare proprio un concetto, una filosofia di vita, uno studio dei dettagli e delle forme, un know-how e una conoscenza che si tramanda di generazione in generazione. Non sarà solo possedere un semplice paio di scarpe, ma un’identità, che potrebbe essere la tua.

Ti piacciono?

A presto!

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Scarpe con soletta riscaldabile Jimmy Choo

Scarpe con soletta riscaldabile Jimmy Choo

Hai sempre sognato delle scarpe con la soletta riscaldabile per affrontare il freddo inverno? Ebbene il sogno è diventato realtà. Il mio amato Jimmy Choo ci ha pensato per noi. E le ha incorporate in quelle che lui definisce scarponcini da trekking che fanno parte della linea Voyager II. Anche se io li chiamerei semplicemente anfibi. Silhouette essenziale e sportiva, pensata per tutte quelle donne che in inverno prediligono un look disinvolto, rocchettaro e caldo. Ma, al di la del modello, è la tecnologia che c’è dietro a queste scarpe che ti farà venir voglia di acquistarle – prezzo permettendo -.

Scarpe con la soletta riscaldabile e come funzionano

Sembra che il funzionamento sia molto semplice. Una volta acquistati gli stivali, dovrai connetterli all’app tramite Bluetooth, utilizzando un codice QR. A questo punto potrai settare la temperatura delle solette tra i 25° e i 45°. Promettono di rimanere calde fino ad 8 ore. Un vero mix di moda e tecnologia.

I modelli di scarpe riscaldabili Jimmy Choo

I modelli di scarpe con soletta riscaldabile sono due, entrambi anfibi, in versione con e senza lacci. Per entrambi è presente la suola – riscaldabile – con carrarmato in gomma e logo del brand applicato posteriormente e impresso su un inserto in pelle. Rigorosamente Made in Italy.
Il modello senza lacci presenta la tomaia in pelle lucida con stampa animalier e cerniere laterali. La fodera interna è in pelle di montone.

Scarpe-con-soletta-riscaldabile-0La versione lace up è disponibile in due colori, bianco e nero. In entrambi la tomaia è composta da due tipi di pelle, vacchetta e vitello e sono resistenti all’acqua. Nella versione in bianco anche i lacci sono bianchi logati, ma sono disponibili anche di colore nero.

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Mentre invece nella versione di colore nero, pare che i lacci disponibili siano solo neri con i pom pom.

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Gli anfibi con soletta riscaldabile di Jimmy Choo sono disponibili anche da uomo, in un adattamento prettamente più maschile. Il prezzo è per questi anfibi super caldi e super cool è davvero alto – 1295 Euro per quelli senza lacci, 1450 per quelli bianchi e 1495 Euro per quelli neri- , ma c’era da aspettarselo per degli stivali smart-tech di un brand di lusso, in cui stile e funzionalità sono perfettamente fusi insieme.

Cosa ne pensi, ti piacciono?

A presto!

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Ugg: gli stivali di montone più famosi al mondo

Ugg: gli stivali di montone più famosi al mondo

Se dico Ugg cosa ti viene in mente? Sicuramente penserai a bianchi scenari antartici, al ghiaccio, alla neve e…ai tuoi piedi al caldo. In effetti si dice che gli Ugg siano le calzature più calde che esistano, testimoni chi l’ha provati. In effetti non c’è da stupirsi se da oltre quarant’anni sono sulla cresta dell’onda. Ma sono anche gli stivali brutti per antonomasia.

Il famigerato brand nasce alla fine degli anni ’70 in California del Sud dall’esigenza di un surfista australiano di mantenere i piedi caldi fuori dall’acqua. Nel giro di pochissimo tempo gli stivali Ugg diventarono famosi in tutto il mondo.

Stivali-Ugg

Curiosità sul brand Ugg

In Australia il termine Ugg indica in maniera generica gli stivali di montone imbottiti di pelliccia ideati negli anni 20. Proprio per questo è in corso una battaglia legale tra il marchio californiano Ugg e l’azienda australiana che rivendica i diritti su questo tipo di calzature.
Non è chiaro chi fu a scoprire per primo gli stivali Ugg. Se fu Corky Carroll, americano che li scoprì in Australia e iniziò a venderli in America oppure Shane Stedmanha, l’australiano che registrò il marchio in Australia o Brian Smith che registrò il marchio in California. Sappiamo per certo che gli Ugg che conosciamo adesso appartengono certamente a quest’ultimo.

Pare che il termine ugg sia un’abbreviazione del termine ugly, che in inglese significa brutto.

Oltre agli stivali c’è di più

Oltre ai famigerati stivali e stivaletti unisex e dalla suola piatta, oggi Ugg propone una vasta gamma di calzature, abbigliamento e accessori.
La collezione di stivaletti da donna è caratterizzata da forme decisamente più simili a ciò che siamo abituate a chiamare stivali e meno bruttine rispetto al modello classico.
Anche l’assortimento di sneaker, sandali, mocassini, ciabatte e pantofole lascia nell’imbarazzo della scelta.

Ugg-Stivaletti

Ugg-Sneaker

Ugg-Sandali

Ugg-Ciabatte

Dove acquistare gli Ugg

Sul sito ufficiale puoi acquistare il modello che preferisci. Puoi trovare una tabella che ti guiderà alla scelta della taglia giusta. È presente anche una sezione outlet – che nel momento in cui sto scrivendo non funziona – . Il pacco viene spedito dai Paesi Bassi, la spedizione è gratuita e impiega circa quattro giorni lavorativi per arrivare tra le tue braccia. Anche il reso è gratuito ed è prenotabile tramite il sito. Il cambio è possibile esclusivamente per lo stesso modello in taglia e/o colore diverso. Passerà un corriere a ritirare il pacco.
Esistono anche altri siti che propongono sconti interessanti. Ti segnalo quelli che ho testato personalmente:

  • Privalia
  • Yoox
  • Saldi Privati
  • Vente Privee
  • Zalando Privé
  • Amazon

Li hai già o li acquisterai?

A presto!

-S-

Scarpe in sughero: le Rutz walk in cork

Scarpe in sughero: le Rutz walk in cork

Di scarpe in sughero ce ne sono tante, ma di scarpe dalla tomaia interamente in sughero sinceramente non ne avevo mai viste. Anche se ne possiedo (ovviamente!), non sono un’affezionata delle scarpe con la zeppa in sughero e non è certo il focus principale su cui mi concentro di solito quando ho in animo di acquistare delle scarpe nuove. Fatto sta che ciò di cui ti parlerò oggi riguarda una scoperta relativamente recente, ovvero della scorsa estate. Si tratta delle scarpe in sughero Rutz walk in cork.

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Quali sono le caratteristiche del sughero?

Il sughero è un materiale di origine vegetale e proprio per questo biocompatibile. Quindi, per sua natura, non ha effetti nocivi sull’organismo con cui entra in contatto. Le sue proprietà principali sono leggerezza, elasticità e traspirabilità. Praticamente tutto ciò che ricerchiamo in un buon paio di scarpe. E’ incredibile pensare che più della metà del suo stesso volume è costituito da aria e che questo materiale è impermeabile ai liquidi, resistente all’umidità, all’usura e alla polvere, ma anche isolante ed elastico.

Quando parliamo di sughero a me vengono subito in mente le scarpe e i tappi. Ma in realtà il sughero viene impiegato per tantissimi utilizzi nel campo dell’edilizia e dell’architettura. Interessante e curioso è anche l’aspetto legato all’estrazione del sughero che richiede forza, conoscenza e molta sensibilità nei confronti delle piante dalle quali viene prodotto. Un’altra importante caratteristica di questo materiale è l’ecosostenibilità e la riciclabilità al 100%.

Le scarpe in sughero Rutz

Le scarpe di sughero Rutz sono vegane e sul sito ufficiale tanti modelli sono contrassegnati dal logo “Peta approved“. Si tratta di una certificazione che l’associazione animalista People for the Ethical Treatment of Animals attribuisce a tutte quelle aziende che si impegnano a non utilizzare materie prime di origine animale nelle proprie produzioni. L’azienda Rutz produce in Portogallo, patria delle principali aziende che lavorano il sughero.

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E così, se avere un occhio di riguardo nei confronti del nostro pianeta non è solo un dovere morale, ma una responsabilità che ognuno di noi deve assumersi, perché non iniziare (o proseguire) facendo ciò che amiamo di più?! Comprare scarpe! Della serie: lo shopping che fa bene.

Le collezioni delle scarpe firmate Rutx walk in cork sono disponibili per donna, uomo e bambino.

Adesso che ho sconvolto la tua idea di scarpe in sughero, cosa ti verrà in mente quando ti menzioneranno la parola sughero?

A presto!

-S-

L’origine delle scarpe con il tacco: il Rinascimento a Venezia

L’origine delle scarpe con il tacco: il Rinascimento a Venezia

L’origine delle scarpe con il tacco è un argomento molto discusso tra gli storici della moda. Grazie a molti studi c’è ragione di credere che le scarpe con il tacco abbiano iniziato a circolare all’incirca nel 1300. Infatti le scarpe con la suola altissima in legno o sughero erano molto in voga nei secoli tra il 1300 e il 1700. Queste scarpe in Italia si chiamavano pianelle o zoccoli, ma erano note anche con il nome di chopines.

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Inizialmente le pianelle erano utilizzate sia dagli uomini che dalle donne. Solo successivamente ne venne proibito l’utilizzo da parte degli uomini perché considerate troppo poco virili.
Si poteva distinguere il ceto sociale di una donna dall’altezza delle suole. Nobili o famose oppure popolane o con una cattiva reputazione: anche pochi centimetri in più o in meno potevano fare una bella differenza per la considerazione morale e di ceto.

L’origine delle scarpe con il tacco e…della sensualità dei piedi

Le pianelle lasciavano intravedere bene il piede e questo veniva considerato oltraggioso dalla società dell’epoca. Infatti il piede era già visto come una parte molto sensuale del corpo femminile. Era necessario considerare i piedi delle parti infime e poco nobili del corpo umano. Altrimenti, perché Dio li avrebbe posti nella parte più bassa del corpo? Per questo motivo nel 1333 venne proibito ai calzolai di provare le scarpe alle donne. E per lo stesso motivo nel 1400 le pianelle alte vennero accusate di minacciare l’ordine naturale delle cose create da Dio stravolgendo eccessivamente le proporzioni umane.

Le leggi dell’epoca proibivano l’utilizzo di tacchi troppo alti

Tra il 1400 e il 1500 vennero emanate diverse leggi a sfavore delle pianelle: ad esempio era proibito l’utilizzo di materiali pregiati come l’oro e l’argento per la fabbricazione di queste calzature. Le pianelle – o chopines – potevano arrivare a costare moltissimo e ad essere alte fino a cinquanta centimetri. A Venezia invece venne fissata l’altezza massima per le pianelle in otto, nove centimetri. Pena una multa molto salata e addirittura la reclusione.
Evidentemente queste leggi non sortirono alcun effetto visto che alla fine del 1400 le pianelle erano ancora molto diffuse e più alte che mai. Anche gli uomini iniziarono ad accettarle perché avevano capito che il loro utilizzo poteva consentirgli di controllare meglio le proprie donne: infatti con tutti quei centimetri sotto ai piedi non erano molto autonome in fatto di giratine per la città in solitudine senza dare troppo nell’occhio.

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Solo alla fine del 1600 le pianelle iniziarono a passare di moda in quasi tutte le città italiane, ad eccezione di Venezia. Cominciarono a diffondersi scarpe molto più piccole e raffinate nate a Parigi, delle quali ti parlerò un’altra volta.

A presto!

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Le scarpe nel Medioevo: moda, ceti sociali e imposizioni

Le scarpe nel Medioevo: moda, ceti sociali e imposizioni

Durante il Medioevo, ovvero dal V al XV secolo, andavano di moda un sacco di tipi di scarpe. Sandali, stivali e zoccoli. Scarpe alte, basse, di legno, di tessuto o di cuoio. I vari tipi di scarpe venivano utilizzati in base alle diverse occasioni. Infatti potevano servire a camminare, ma anche ad apparire in determinati contesti.
La differenza tra scarpe da uomo e da donna era già ben delineata e vigevano imposizioni sia morali che legislative sull’utilizzo delle calzature, sui materiali e sulle forme che dovevano avere.

Quali scarpe andavano di moda nel Medioevo?

Erano molte le scarpe che andavano di moda nel Medioevo: stivali che arrivavano fino al ginocchio e chiusi da lacci; cosciali, specie di stivali leggeri che arrivavano alle cosce e ricadevano morbidi; calze solate, ovvero vere e proprie calze dotate di un rinforzo in cuoio sulla pianta del piede; zoccoli rasoterra oppure alti, dalla suola in legno. Questi zoccoli erano inizialmente dotati di un doppio rialzo sulla suola e solo successivamente venne introdotto il tacco sul tallone. La forma degli zoccoli era uguale per entrambi i piedi e venivano fermati tramite un laccio di cuoio.

Ma le pianelle erano le più amate

Molto in voga erano le pianelle che, contrariamente al loro nome, erano calzature dall’altezza vertiginosa. Le pianelle venivano utilizzate per non imbrattarsi i piedi con fango e sporco delle strade. Erano aperte dietro e la suola era in sughero per renderle più leggere. Venivano indossate sia da uomini che da donne per uscire. Ma, mentre gli uomini prediligevano il modello chiuso, alto solo qualche centimetro, quelle da donna potevano raggiungere anche il mezzo metro di altezza. Infatti, come è ovvio pensare, spesso le donne dovevano essere accompagnate e sostenute per riuscire a camminare.
Intorno al XV secolo cominciarono ad andare di moda scarpe dalle punte allungate che potevano addirittura arrivare ad una lunghezza fino a tre volte superiore rispetto a quella del piede. E noi che ci lamentiamo guardando agli anni 2000! Per riuscire a camminarci la punta doveva essere fissata al collo del piede tramite un filo metallico o una catenella. Per fortuna verso l’inizio del Cinquecento le punte tornarono ad arrotondarsi e ad accorciarsi.

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Ceti sociali e scarpe nel Medioevo

Le persone appartenenti ai ceti bassi calzavano scarpe sfondate e malridotte da cui spesso fuoriuscivano le dita dei piedi. Oppure portavano zoccoli o ciabatte o addirittura semplici stracci avvolti intorno ai piedi.
I contadini, quando non andavano in giro scalzi, solevano calzare zoccoli in sughero o in legno. Calzature che però venivano portate anche dai ricchi per evitare di imbrattare le calze solate lungo le strade fangose e sporche.

Scarpe e imposizioni legislative nel Medioevo

Durante tutto il Medioevo venivano spesso emanate norme che impedivano e/o autorizzavano l’ultilizzo di determinate calzature a certe categorie di persone. Oppure l’utilizzo di certi materiali. Alcune di queste norme stabilivano anche quali colori e ricami erano proibiti. Queste legislazioni variavano di città in città e di anno in anno e servivano per fissare i limiti di consumo delle calzature e dell’abbigliamento in generale.
Ad esempio le donne fiorentine potevano calzare solo gli zoccoli allacciati con strisce di cuoio nere.
Alle prostitute siciliane era permesso calzare solo gli zoccoli e mai le scarpe.
Le donne potevano calzare i sandali solo in casa perchè il piede coperto era simbolo di castità.
I cosciali non dovevano essere costituiti da più di un certo metraggio di tessuto, a seconda delle città. Inoltre non dovevano essere costituiti da più materiali diversi, foderati con più di una fodera né ricamati.
Le scarpe di cremisino, ovvero un fine tessuto color cremisi, erano proibite.
Le pianelle con ricami in oro e in argento erano proibite in molte città, mentre si potevano calzare quelle in tessuto. Così come c’erano leggi che stabilivano i limiti nell’altezza del tacco per motivi di salute, cioè per evitare cadute e infortuni.
Se il calzolaio e il committente non rispettavano le norme, potevano incorrere in sanzioni pecuniarie.

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Come venivano confezionate le scarpe?

A quei tempi c’erano due categorie di lavoratori che si occupavano di scarpe: i veri e propri fabbricanti e i cosiddetti ciabattini. I primi confezionavano scarpe nuove, mentre i secondi riparavano le scarpe usate. Gli strumenti utilizzati sia dagli uni che dagli altri erano davvero pochi, motivo per cui spesso potevano recarsi direttamente a casa dei clienti per eseguire i lavori. I calzolai solevano esporre delle scarpe sul bancone da lavoro nelle loro botteghe.
In generale il mestiere del calzolaio non è stato ben visto almeno fino alla fine del Medioevo. Infatti erano considerati uomini dall’inganno facile e bugiardi che potevano vendere materiali meno pregiati facendoli passare per prodotti di qualità. Tant’è che per un certo periodo intervennero delle normative per calmierare i prezzi e stabilire delle cifre massime per la fabbricazione e la riparazione delle calzature.

Ti è piaciuto questo tuffo nel passato?

A presto!
-S-

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