Alluce valgo: cos’è, come viene e perché

Alluce valgo: cos’è, come viene e perché

Quante volte avrai sentito parlare di alluce valgo! Io moltissime e sempre con un certo timore.

Così ho deciso di approfondire l’argomento dedicando a questa patologia un articolo focus al mese per i prossimi mesi. Tutto ciò è stato possibile anche grazie al sostegno di Dorsay, la clinica specializzata nell’operare le principali patologie del piede, con la quale è nata una collaborazione volta a far conoscere tutte le nuove metodologie con le quali è possibile finalmente giungere ad una soluzione. Quindi, se hai dubbi o domande al riguardo, questo è il momento per chiedere tutto ciò che avresti sempre voluto sapere.

Ma partiamo dall’inizio, ovvero con la spiegazione di questa patologia della quale troppe volte abbiamo sentito parlare, anche in maniera errata.

Alluce valgo: cos’è, come viene e perché

L’alluce valgo è una delle patologie del piede più diffuse. Si tratta sostanzialmente di una deformazione del piede costituita da una progressiva deviazione dell’alluce verso le altre dita. La testa del primo metatarso del primo dito piano piano si allontana dalle altre dando luogo alla formazione della caratteristica “cipolla” o “patata”, ovvero la sporgenza alla base dell’alluce. Solitamente questa protuberanza è associata ad un’infiammazione della borsa sierosa, ovvero una piccola sacca che si trova proprio in prossimità dell’alluce, contenente il liquido sinoviale la cui funzione è quella di ridurre l’attrito durante lo sfregamento dei tessuti. Questa inclinazione progressiva dell’alluce determina nel tempo una reazione a catena che porta ad una deviazione verso l’esterno anche delle altre dita del piede. 

In molti casi questo può causare dolore da lieve ad intenso, oltre ad un inestetismo che può portare a non indossare più le scarpe aperte.

Alluce-Valgo-Pre-Operazione

Alluce valgo e miti da sfatare

Immagino che anche tu troppo spesso abbia sentito dire che questa patologia insorga principalmente a causa di scarpe troppo strette o scomode. Ricordo ancora la signora anziana vicina di casa di quando ero bambina che mi vedeva girare per casa con le scarpe col tacco di mia madre e preannunciava la sciagura dell’alluce valgo di li a pochi anni. Ma è passato qualche decennio e di alluce valgo nemmeno l’ombra. Anche se non nego che un po’ di trauma ci sia stato perché ogni volta che avverto un piccolo dolorino proprio in quel punto, la prima cosa a cui penso è alla profezia della vicina di casa.

Alluce-valgo-tacchi

Perché viene?

Togliamoci dalla testa che l’alluce valgo sia provocato dall’utilizzo dei nostri amati tacchi. È quello che mi ripeto da anni come un mantra ed anche ciò che la medicina ci insegna.

L’alluce valgo può insorgere per diversi motivi:

  1. Congeniti: in questo caso si parla di alluce valgo primitivo o idiopatico. Deriva da patologie congenite e può essere presente fin dalla nascita a causa di un metatarso varo, situazione nella quale il piede è deviato verso l’interno e il basso;
  2. Di familiarità: ovvero ereditato da un parente che presenta questa patologia. In questo caso parliamo di alluce valgo secondario e può insorgere durante il corso della vita;
  3. Fattori predisponenti: oltre alla familiarità possono esserci delle cause acquisite come ad esempio l’artrite reumatoide o una lassità legamentosa, congenita o autoimmune, di alcune strutture che interessano il piede e la caviglia. Queste patologie possono dar luogo ad alterazioni dell’appoggio plantare con conseguenti deficit posturali. In questi casi il piede cercherà di compensare gli squilibri con l’allargamento dell’avampiede e la conseguente formazione dell’alluce valgo.

Alla luce di tutto ciò diventa molto più chiaro che non sono i tacchi a provocare questa patologia. Va da se che in alcuni casi possono peggiorare l’appoggio plantare e di conseguenza la postura, ma non sono loro la causa principale dell’alluce valgo. Questo spiega anche il perché, pur essendo un problema principalmente femminile, gli uomini non ne siano comunque esenti.

Adesso che ti ho svelato tutte queste cose sull’alluce valgo, puoi correre a calzare le tue meravigliose scarpe con il tacco. Almeno fino alla prossima puntata, in cui ti racconterò altri dettagli che ti saranno utili. Resta connessa!

Nel frattempo se hai bisogno di chiarire qualsiasi dubbio o curiosità puoi contattare direttamente la Clinica Dorsay cliccando qui o chiamando il numero verde 800 200 868.

 

A presto !

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Storia delle scarpe nel 1700

Storia delle scarpe nel 1700

La storia delle scarpe nel 1700 ha visto l’introduzione di molte novità. Passeggiare nelle città prima del 1700 non era un’attività piacevole. Le strade erano sporche, dissestate e pericolose. La spazzatura giaceva ovunque, non esistevano ancora i marciapiedi e si potevano incontrare ladri e truffatori di ogni sorta. Solo chi non poteva permettersi una carrozza, si spostava a piedi .

Verso la metà del 1700 nelle maggiori città europee molte cose iniziarono a cambiare e vennero costruiti i primi marciapiedi. Così tante persone cominciarono a spostarsi a piedi più volentieri. Anche se c’erano comunque delle limitazioni. Infatti in alcuni quartieri le strade erano accessibili solo a persone appartenenti a certi ceti sociali che venivano riconosciute dalle scarpe indossate.

Storia delle scarpe nel 1700: ruolo simbolico

Le scarpe avevano un valore simbolico molto importante perché contraddistinguevano il rango delle persone. I tacchi alti erano associati alla ricchezza perché, oltre ad elevare la statura, non permettevano lunghi spostamenti a piedi. Quelle in pelle, dalla punta arrotondata e rigorosamente senza tacco erano invece associate alle classi più povere.

Le scarpe da uomo erano costruite in pelle e quindi più resistenti, proprio come quelle delle donne di basso rango. Mentre le scarpe per donne altolocate erano di stoffa ricamata, delicate a tal punto che dovevano essere indossate con dei sovrascarpe.

In quest’epoca solitamente i colori e i ricami delle scarpe erano sempre abbinati a quelli dell’abbigliamento indossato.

Luigi XIV, re di Francia

Luigi XIV, re di Francia, che soleva indossare tacchi rossi, concesse questo privilegio solo a quelle persone appartenenti alla sua stessa corte. Per questo i tacchi rossi divennero simbolo indiscusso di raffinatezza, eleganza e aristocrazia.  D’altronde Parigi era considerata il centro del gusto e delle novità in fatto di moda e proprio per questo veniva copiata da tutte le altre città europee. Motivo per cui quegli stessi tacchi rossi divennero molto popolari in Inghilterra. Anche se gli scrittori satirici inglesi avevano l’abitudine di prendere in giro i francesi e la loro moda che li rendeva goffi e sgraziati nei movimenti.

L’importanza delle fibbie

Durante il 1700 le fibbie sostituirono i lacci e i fiocchi e divennero presto simbolo di stile, distinzione ed espressione di un vero e proprio status simbol. Le fibbie avevano anche una duplice funzione. Venivano infatti utilizzate per differenziare le scarpe da uomo da quelle da donna dal momento che erano pressappoco uguali, entrambe molto robuste e dotate di tacco. Inoltre ornare le scarpe con fibbie diverse e intercambiabili permetteva di utilizzare la stessa calzatura per occasioni diverse. Esistevano moltissimi tipi di fibbie, in oro, argento, ottone e decorate con strass e pietre.

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Le scarpe verso la fine del 1700

Alla fine del ‘700 le calzature da donna iniziarono a differenziarsi da quelle maschili. In Francia, che ancora dettava legge in fatto di moda, venivano prodotte scarpe in raso, piatte, strette e dalla punta quadrata. Decisamente molto meno resistenti. Per questo motivo ne venivano acquistate di più e di conseguenza aumentò la produzione di calzature. Ciò accelerò anche le innovazioni in campo calzaturiero. Nel periodo dell’Illuminismo inoltre iniziarono a svilupparsi anche i concetti di salute e igiene. E molti materiali difficilmente lavabili, iniziarono ad essere sostituiti con altri come cotone e lana, utilizzati già in antichità e considerati più igienici. Finalmente anche le calzature venivano viste in relazione alla salute del corpo. Motivo per cui scarpe troppo strette e tacchi troppo alti iniziarono ad essere considerati dannosi per la salute. A quei tempi c’erano motivi di credere che le deformità acquisite potessero essere trasmesse ai figli. E questo era un motivo in più per evitare di calzare scarpe troppo scomode che potevano provocare malformazioni. I calzolai ricevettero precise dritte affinché producessero scarpe in grado di incentivare la salute delle persone. Iniziò a nascere il mito del piede piccolo per le donne e il calzolaio bravo era considerato colui in grado di fabbricare scarpe che facevano sembrare il piede piccolo.

A presto!

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Tendenze scarpe decennio 2010 2019

Tendenze scarpe decennio 2010 2019

Ed eccomi tornata qua con il primo post del 2020 su quelle che sono state le tendenze scarpe del decennio 2010 2019 che si è appena concluso. E allora, dopo aver bighellonato per ben due settimane – se mi segui su Instagram già saprai – ti do il buon anno così, come consuetudine, ovvero con un articolo.

E così prima di iniziare un nuovo anno insieme ricco di moda, trend e curiosità riguardanti il mondo delle scarpe, mi sembrava doveroso dare insieme un ultimo sguardo al decennio che si è appena concluso. Per ricordarci quali sono state le scarpe che ci hanno accompagnato dall’inizio, quali hanno lasciato il posto a nuove tendenze, quali ci sono piaciute di più e quali meno.

E quale miglior modo di guardare al futuro gettando un’ultima occhiata al passato, partendo dall’inizio?

2010

Il 2010 è stato l’anno delle scarpe con tacco e plateau, rigorosamente e sfacciatamente in vista.

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Yves Saint Laurent

2011

Nel 2011 hanno visto la luce le famigerate e ormai viste e riviste Rockstud di Valentino, delle decollete T-Strap con allacciatura alla caviglia e una serie di altri cinturini ricoperti di borchie. Ma anche le super glitterate Miu Miu con il tacco leggermente a banana.

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Valentino Rockstud

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Miu Miu

2012, 2013 e 2014

Nel 2012, 2013 e 2014 le sneaker invadono prepotentemente il mondo fashion, dapprima con il plateau interno, poi in versione skate e infine in una rivisitazione decisamente più chic grazie all’applicazione di strass e lustrini.

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Isabel Marant con plateau interno

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Skate di Celine

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Dior Fusion

2015

Ed è il 2015 quando Gucci presenta i discussi sabot con il pelo. Anche tu ricordi lo sbalordimento e lo sconcerto del primo sguardo rivolto a queste calzature? Eppure abbiamo imparato ad accettarle e ad essere sincera hanno iniziato anche a piacermi. Grazie a questa esperienza ho capito che prima o poi con il tempo ci si abitua a tutto.

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Gucci Princetown

2016

Il 2016 è stato l’anno delle ciabatte da mare con la suola preformata in gomma e la fascia larga in pelliccia di Fenty x Puma. Anche questo modello è stato poi ripresentato dai vari brand in svariate salse.

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Fenty x Puma

2017

Il 2017 Balenciaga ha dominato la scena in fatto di scarpe grazie al modello Speed, ovvero le sneaker calzino caratterizzate dalla tomaia in stoffa senza cuciture e la suola in gomma. Anche questo modello è stato di ispirazione per tanti brand più o meno conosciuti. Io stessa ho acquistato una versione low cost e rivisitata di calzature ispirate al modello Speed.

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Balenciaga Speed

2018

Nel 2018 le Chunky Sneaker prendono il sopravvento con la loro suola in gomma alta, sproporzionate e sgraziate. Ma è anche il ritorno del tacco basso a rocchetto e delle slingback.

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Balenciaga Triple S

2019

Nel 2019 le sneaker hanno continuato a dominare le scene e il modello Stretch di Bottega Veneta, con il suo tacco equilibrato e la punta squadrata è stato un vero ritorno agli anni ’90. Un altro segno che la moda tende a ripetersi con qualche variazione di decennio in decennio.

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Bottega Veneta Stretch

A grandi linee queste sono state le tendenze scarpe del decennio 2010 2019. E adesso non resta che fantasticare su quello che ci aspetterà. Intanto attendo trepidante le prossime Fashion Week di febbraio per scoprire le imminenti tendenze moda. Se non vuoi perderti tutti gli aggiornamenti, rimani sintonizzata.

A presto!

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Collaborazione Adidas e Missoni: scarpe running Pulseboost HD

Collaborazione Adidas e Missoni: scarpe running Pulseboost HD

Non è la prima volta che avviene una collaborazione tra Adidas e Missoni. Infatti ce n’era già stata una la scorsa primavera e, evidentemente, dato l’enorme successo, i due brand hanno deciso di collaborare di nuovo insieme.
Anche questa volta si tratta di una capsule collection che comprende, oltre alle scarpe, anche alcuni capi di abbigliamento come pantaloni, shorts, felpe e t-shirt.

Collaborazione Adidas e Missoni: scarpe running Pulseboost HD

Le scarpe oggetto della collaborazione sono il modello da running Pulseboost HB di Adidas, caratterizzate dalla tomaia in tessuto senza cuciture realizzata con un particolare intreccio di fili che conferisce al tessuto una maggior resistenza e una maggiore traspirabilità. Inoltre questo tessuto si adatta perfettamente alla forma del piede e lo supporta nei punti strategici. La suola è costruita in gomma Continental, una mescola speciale creata appositamente dall’azienda leader produttrice di pneumatici, che garantisce una maggior presa su tutte le superfici, anche bagnate. L’intersuola è dotata di tecnologia Boost che consente un ritorno di energia ad ogni passo. Composta da poliuretano termoplastico espanso, garantisce un maggior comfort grazie alle proprietà ammortizzanti, adattamento a temperature e condizioni atmosferiche diverse, flessibilità e resistenza. Tutte queste caratteristiche conferiscono a questa scarpe la capacità di assorbire e restituire una maggior quantità di energia cinetica. Le scarpe da running Pulseboost HD sono studiate appositamente per i city runner perché offrono una maggiore stabilità sulle superfici urbane, a volte accidentate. I colori disponibili sono sei e puoi trovarli online sui siti di entrambi i brand. Il prezzo è in linea con scarpe tecniche di questo tipo, costano 200 Euro.

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Missoni e le sue fantasie

D’altrone Missoni vanta una storia di oltre sessant’anni iniziata proprio in campo sportivo, quando, subito dopo la prima guerra mondiale, Ottavio Missoni aprì con un amico un laboratorio che produceva abbigliamento sportivo in lana. Di sua creazione fu anche la tuta indossata dalla nazionale italiana durante i giochi olimpici del 1948 a Londra. Dal 1958 il successo del brand Missoni, fondato da Ottavio Missoni e la moglie Rosita Jelmini, è stato un escalation di conquiste, fino ad oggi. Le fantasie Missoni sono subito riconoscibili perché intrise di colori, righe e tessuti “fiammati”. Tant’è che oggi parliamo di fiammato di Missoni proprio ad indicare la particolare fantasia che per la prima volta è stata utilizzata nella maglieria – prima era impiegata solo nei ricami – .

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La collaborazione Adidas e Missoni ha visto dar vita a delle scarpe che racchiude la tecnologia Adidas, ma al suo esterno esprime l’estrosità tipica di Missoni, con fantasie in tessuto fiammato. Perché si può essere sportivi senza rinunciare alla moda. E viceversa. Questa collaborazione ne è l’esempio più che mai.

 

A presto!

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Le scarpe Camper ecosotenibili

Le scarpe Camper ecosotenibili

Le scarpe Camper ormai le conosciamo tutti, ma quello che forse non tutti sanno è la loro lunga e interessante storia. Mi ricordo che ho scoperto l’esistenza delle scarpe Camper attraverso uno dei modelli di punta del brand, Peu. E ricordo anche di aver pensato a quanto fossero strane e particolari. Era il 2004 e Camper aveva già quasi trent’anni di storia alle spalle. Ma andiamo per gradi.

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Modello Peu

Storia delle mitiche scarpe Camper

Le scarpe Camper nascono nel 1975 a Maiorca, in Spagna, grazie ad un’idea di Lorenzo Fluxà. Tale Lorenzo era nipote del calzolaio che verso la fine del 1800, di ritorno da un viaggio in Inghilterra, introdusse sull’isola le prime macchine da cucire che permettevano di costruire scarpe in maniera meccanizzata.

Nel 1981 apre il primo store monomarca a Barcellona. Negli anni ’90 aprono negozi a Parigi, Milano e New York. Nel 2006 Camper lancia un progetto di collaborazione con diversi partner per creare prodotti unici.

In oltre quarant’anni di attività alcuni modelli di scarpe del brand sono diventati iconici e sono stati ridisegnati e reinventati moltissime volte. Ad esempio Camaleon, in assoluto il primo paio di scarpe Camper, era ispirato alle calzature dei contadini e costruito con materiali di recupero come pelli, tela e pezzi di pneumatici. Ma anche la linea Twins che nel 1988 cambia il concetto di simmetria nelle scarpe, ovvero dove la destra è diversa dalla sinistra.

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Oppure Pelotas, introdotto nel 1995 e caratterizzato da 87 palline sotto la suola per garantire un’ammortizzazione tutta particolare.

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Ma anche Wabi, le pantofole lanciate nel 2000 e ispirate al minimalismo e a principi di ecologia. Queste calzature si contraddistinguevano per il processo di produzione ridotto a soli 4 passaggi, con un notevole risparmio di materiali e di inquinamento.

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E infine il modello Peu – quello che ho conosciuto io -lanciato sul mercato nel 2004 e presentate come le scarpe senza pretese, caratterizzate dall’allacciatura elastica e dalla forma ergonomica. Queste scarpe prendono forma partendo dalle pantofole Wabi delle quali ti ho parlato prima.

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Curiosità sul mondo Camper

Sapevi che ci sono anche due hotel Casa Camper? Uno si trova a Barcellona, città simbolo del brand poichè fu proprio in questa città che aprì il primo negozio monomarca. L’altro si trova invece a Berlino. Entrambi gli hotel rispecchiano lo stile Camper, ovvero uno stile minimal essenziale con un richiamo alle tradizioni del passato, unite a comodità e funzionalità. Che poi sono le stesse caratteristiche che puoi ritrovare in un paio di scarpe Camper. Tutte le scarpe Camper sono un bel mix di sportività ed eleganza. Caratterizzate da linee semplici ma allo stesso tempo particolari. Sul sito è anche possibile personalizzare alcuni modelli. Infatti puoi decidere tu il colore della tomaia, della suola, dei lacci e della fodera interna. Inoltre puoi continuare a personalizzare le tue scarpe inserendo un breve testo del colore che vuoi, sulla linguetta.

Le scarpe Camper Ecoalf ecosostenibili per l’autunno inverno 2019 2020

Quest’anno è stato presentato il modello Pelotas in collaborazione con Ecoalf, un’azienda spagnola nota per trasformare i rifiuti in moda. Ogni giorno, grazie al supporto di alcuni pescatori, i pescherecci solcano le acque dei mari e degli oceani per raccogliere rifiuti che vengono portati in stabilimenti che li trasformano prima in microgranuli e poi in filati di alta qualità molto resistenti. Tutto ciò è possibile grazie a speciali processi che si avvalgono di tecnologie avanzate. Vengono utilizzati tanti tipi di rifiuti come plastica, pneumatici, scarti di tessuti e reti da pesca. Sapevi che per ottenere un metro di questo filato speciale servono circa 70 bottiglie di plastica?! Per ogni paio di scarpe venduto verranno donati 2 Euro alla fondazione Ecoalf.

Le-scarpe-Camper-Pelotas-Ecolaf

Hai mai provato un paio di scarpe Camper?

A presto!

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Le scarpe di Under Armour volano nello Spazio

Le scarpe di Under Armour volano nello Spazio

Le scarpe di Under Armour andranno presto nello spazio. E non lo faranno da sole, ma con Virgin Galactic ed il suo equipaggio. Quando sono venuta a conoscenza di questa notizia piuttosto insolita, ho pensato subito di parlarne sul blog. Mi sono venuti in mente gli ormai famigerati Moon Boot, che però prendono solo ispirazione dai veri scarponi utilizzati per l’allunaggio, e la curiosità di conoscere un brand che diventa partner a tutti gli effetti di un progetto così importante. Argomentare di scarpe e Universo non capita certo tutti i giorni ed è cosa inusuale che si possano affrontare due argomenti così diversi in un unico tema. Ma adesso basta sproloquiare, devo presentarti le scarpe di Under Armour ed il suo partner in crime per quest’avventura. Adesso ti spiego tutto.

Chi è Under Armour

Under Armour è un brand americano di abbigliamento e calzature sportive fondato nel 1996 da Kevin Plank, ex giocatore di football. Il brand è diventato famoso per aver creato la prima t-shirt in tessuto tecnico in grado di trasportare il sudore all’esterno della maglia. Da allora ha rivoluzionato il mondo dell’abbigliamento tecnico per sportivi grazie alla creazione di tessuti sempre più performanti e in grado di agevolare le prestazioni degli atleti. È nel 2006 che viene lanciato il primo modello di scarpe Under Armour. Negli anni sono stati apportati continui miglioramenti e anche grazie all’introduzione di nuove tecnologie e innovazioni, Under Armour ha creato il modello in grado di sconfiggere la gravità, per correre veloci come il vento. Ovviamente si tratta di un’esagerazione, ma rende bene l’idea.

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Virgin Galactic e l’ambizione di volare nello spazio

Virgin Galactic è una compagnia aerea fondata dal magnate britannico sir Richard Branson e facente parte del grande Gruppo Virgin Ltd. Quest’azienda futuristica e visionaria ha come ambizione quella di rendere commerciali e alla portata di tutti i voli nello spazio. Il prossimo progetto è di poter raggiungere i cento chilometri di quota con un’aeronave per offrire sei minuti di assenza di peso.

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Quali sono le scarpe spaziali di Under Armour

Tutta questa prolungata prefazione solo per mostrarti finalmente le scarpe che andranno presto nello spazio – anche le tute spaziali sono di Under Armour -.

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Perdonami, ma parlando di un tema così affascinante, misterioso e scientifico come l’Universo, associato alla mia passione per le scarpe, mi sono un po’ persa.
Comunque, io le trovo adatte anche sulla Terra, magari per quando il clima sarà più fresco.

A presto!

-S-

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